Gli scandali ama: un’azienda pubblica sotto ricatto di privati
La situazione della nostra azienda, soprattutto a causa delle varie amministrazioni comunali che
si sono susseguite negli anni, è famosa nel mondo. Il continuo utilizzo della discarica privata
più grande d’Europa, la mancanza di una strategia credibile per il futuro, il ricorso sfrenato alle
consulenze esterne, un susseguirsi di nomine e licenziamenti con “buone uscite” da capogiro di
molte delle figure dirigenziali (vedi Cedrone, Cappello…), il continuo utilizzo di un’azienda come
bacino di voti elettorali, il disprezzo verso i beni comuni, il considerare i lavoratori come nullità ha
fatto si che il debito accumulato dall’ama si aggiri attorno ai 600 milioni di euro.
Parentopoli infatti è solo la parte più visibile dello scempio prodotto durante gli anni: mentre
l’ama continua ad indebitarsi a seguito di una ridicola impostazione aziendale, i vertici aziendali
si piegano alle direttive dell’”avvocato” Cerroni, il cui fatturato con la sola Malagrotta si aggira
attorno ai 44 milioni di euro l’anno. A più riprese questi imbarazzanti politicanti e dirigenti
improvvisati, si sono chinati ai voleri del padrone privato sottraendo fondi all’azienda, ai lavoratori
di ama e ai cittadini di Roma.
Ridicolo è tutto l’impianto organizzativo e la politica aziendale. Vergognosi sono i casi
dell’inutilizzo temporaneo dell’impianto di Rocca Cencia per il malfunzionamento di un nastro
trasportatore come ridicolo è il blocco di quello di Maccarese per ‘’l’ampliamento di un piazzale’’
e il conseguente conferimento dei rifiuti in impianti di due s.p.a che operano in Friuli e in Veneto.
Sempre nell’impianto di Rocca Cencia si è arrivati al paradosso del dover ospitare in una struttura
pubblica la trasferenza di rifiuti gestita dal Colari (Cerroni..) in sostituzione di una trasferenza in un
sito adiacente, chiuso per un'ordinanza della magistratura. Questo atteggiamento di sottomissione è
stato avvallato colpevolmente da tutte le sigle dei sindacati confederali, sveltissime ad accaparrarsi i
posti messi a disposizione dalla Parentopoli di turno per sistemare amici e fidanzate.
L’attacco continuo alle nostre condizioni di lavoro
È fondamentale rendere noto a tutti i lavoratori, in previsione del prossimo rinnovo contrattuale,
che tante sono le frecce da sfruttare nell’arco dell’azienda per minare anche i più basilari diritti dei
lavoratori.
Potremmo elencare numerosi esempi di attacchi frontali condotti al mondo del lavoro da governi di
centrodestra e centrosinistra negli ultimi 20 anni con la connivenza delle sigle sindacali confederali
(Art.18, Riforma Fornero lavoro e pensioni, riforma TFR, etc.). Uno dei peggiori è sicuramente il
“patto per la produttività” sottoscritto da CISL e Uil con Confindustria che non modifica in nulla il
famigerato art. 8 di sacconiana memoria. Mentre l’articolo 8 consente di modificare in sede locale e
ovviamente in peggio i Contratti Nazionali anche nella parte dei diritti, il suddetto patto prevede che
parti degli incrementi contrattuali stabiliti dal contratto nazionale possano essere spostati a livello
aziendale per favorire accordi di produttività che verrebbero in parte detassati.
Sono i contratti nazionali che devono attuare l’intesa separata con Confindustria, come è avvenuto
nel recente rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Quindi Federambiente, potrebbe aprire un
tavolo negoziale con il sindacato per recepire l’intesa con Confindustria. Caso esemplare è il
ridicolo accordo sul premio produzione legato alle cosiddette “malattie brevi”. Ignobile è per altro
l’accordo del 28 giugno 2011, questo sottoscritto anche da CGIL, dove la possibilità di deroga a
qualsiasi legge e contratto, rimane tecnicamente intatta. Tra i sindacati firmatari accedono al tavolo
quelli che rappresentano più del 5% tra iscritti e voti per la elezione delle Rappresentanze Sindacali
Unitarie. Quindi riteniamo sia importante per noi operai porre la massima attenzione al fatto che
chi avrà la maggioranza delle Rsu (anche eventuali sindacati di comodo, gialli o para-mafiosi) potrà
firmare accordi che derogano qualsiasi contratto e legge.
A tal proposito, ridicola si presenta la piattaforma per il rinnovo contrattuale
presentata da CGIL, Cisl, Uil e Fiadel (http://www.uiltrasporti.it/allegati/
5295_PIATTAFORMA%202014%202016%20-%20Definitiva.pdf) vaga e inconsistente dove si
lascia carta bianca al padronato e si abbandonano gli operai.
Nella nostra azienda abbiamo imparato più volte che il livello di guardia deve rimanere sempre
alto. Riteniamo infatti grave e vergognoso il trattamento riservato agli operai per quanto concerne
trasferimenti e aumento del personale autisti durante il periodo estivo. I suddetti trasferimenti, da
tempo previsti in ordine di potenziamento della raccolta differenziata, sono stati comunicati a molti
operai attraverso un ordine di servizio solo due giorni prima che gli stessi dovessero raggiungere
la zona di destinazione. Questo non ha consentito nemmeno alla zona di appartenenza la giusta
organizzazione per far fronte al disagio improvviso venutosi a creare durante il periodo di ferie
estive. A tal proposito ci ha lasciato sconcertati il comportamento dei sindacati che non hanno fatto
altro che stare alla finestra fino a quando gli operai coinvolti non hanno levato la voce e hanno
preteso l’incontro azienda-parti sociali.
La logica aziendale con la quale è stata effettuata la scelta rimane comunque la cosa più difficile
da capire. Si è proceduti con lo spostamento di 900/1000 unità per far fronte alla nuova offerta di
differenziata”spinta”. Questo però senza pensare al disagio che si andrà a provocare sulle zone che
rimarranno scoperte in alcuni casi anche di 50 operai; siamo convinti del fatto che ancora una volta
la dirigenza ama mostri la sua pochezza nella gestione della cosa pubblica in maniera sconcertante.
Basta politicanti e dirigenti alla ribalta che si fanno grandi con parole come “porta a porta” e con
percentuali di RD lontane anni luce dai valori reali!
La differenziata, e soprattutto il porta a porta, ha un costo iniziale considerevole e necessita
dell’assunzione di nuovo personale; è assurdo scoprire dei municipi per rafforzarne altri! Affinchè
poi questo tipo di raccolta porti a dei risultati positivi, è necessario che sia accompagnata dalla
previsione di un ruolo da protagonisti nell’intero ciclo integrato dei rifiuti. La mancanza di questa
ultima condizione fa si che anche il porta a porta sia solo l’ennesimo spot aziendale che spinge
sempre più rapidamente l’azienda nel baratro.
Per quanto riguarda il capitolo autisti CSL invece, riteniamo scorretto e illeggittimo l’utilizzo in
tale mansione di operai qualificati con un inquadramento di 3 livello anziché del 4 in un ruolo di
responsabilità sia per l’opinione pubblica che a livello socio/sanitario nei confronti dell’utenza.
Vista l’incompetenza espressa dai quadri dirigenziali durante questi anni, abbiamo deciso di
promuovere la formazione di un Consiglio Aziendale in grado di elaborare delle proposte serie
e coinvolgere operai e cittadini nella gestione della nostra disastrata azienda. Questo unito a un
diverso e sicuramente più proficuo metodo di gestione della stessa. Di seguito alcune proposte che
sottoponiamo all’attenzione di tutti i lavoratori.
Organizzazione aziendale e di lavoro: le nostre rivendicazioni
La situazione della nostra azienda, soprattutto a causa delle varie amministrazioni comunali che
si sono susseguite negli anni, è famosa nel mondo. Il continuo utilizzo della discarica privata
più grande d’Europa, la mancanza di una strategia credibile per il futuro, il ricorso sfrenato alle
consulenze esterne, un susseguirsi di nomine e licenziamenti con “buone uscite” da capogiro di
molte delle figure dirigenziali (vedi Cedrone, Cappello…), il continuo utilizzo di un’azienda come
bacino di voti elettorali, il disprezzo verso i beni comuni, il considerare i lavoratori come nullità ha
fatto si che il debito accumulato dall’ama si aggiri attorno ai 600 milioni di euro.
Parentopoli infatti è solo la parte più visibile dello scempio prodotto durante gli anni: mentre
l’ama continua ad indebitarsi a seguito di una ridicola impostazione aziendale, i vertici aziendali
si piegano alle direttive dell’”avvocato” Cerroni, il cui fatturato con la sola Malagrotta si aggira
attorno ai 44 milioni di euro l’anno. A più riprese questi imbarazzanti politicanti e dirigenti
improvvisati, si sono chinati ai voleri del padrone privato sottraendo fondi all’azienda, ai lavoratori
di ama e ai cittadini di Roma.
Ridicolo è tutto l’impianto organizzativo e la politica aziendale. Vergognosi sono i casi
dell’inutilizzo temporaneo dell’impianto di Rocca Cencia per il malfunzionamento di un nastro
trasportatore come ridicolo è il blocco di quello di Maccarese per ‘’l’ampliamento di un piazzale’’
e il conseguente conferimento dei rifiuti in impianti di due s.p.a che operano in Friuli e in Veneto.
Sempre nell’impianto di Rocca Cencia si è arrivati al paradosso del dover ospitare in una struttura
pubblica la trasferenza di rifiuti gestita dal Colari (Cerroni..) in sostituzione di una trasferenza in un
sito adiacente, chiuso per un'ordinanza della magistratura. Questo atteggiamento di sottomissione è
stato avvallato colpevolmente da tutte le sigle dei sindacati confederali, sveltissime ad accaparrarsi i
posti messi a disposizione dalla Parentopoli di turno per sistemare amici e fidanzate.
L’attacco continuo alle nostre condizioni di lavoro
È fondamentale rendere noto a tutti i lavoratori, in previsione del prossimo rinnovo contrattuale,
che tante sono le frecce da sfruttare nell’arco dell’azienda per minare anche i più basilari diritti dei
lavoratori.
Potremmo elencare numerosi esempi di attacchi frontali condotti al mondo del lavoro da governi di
centrodestra e centrosinistra negli ultimi 20 anni con la connivenza delle sigle sindacali confederali
(Art.18, Riforma Fornero lavoro e pensioni, riforma TFR, etc.). Uno dei peggiori è sicuramente il
“patto per la produttività” sottoscritto da CISL e Uil con Confindustria che non modifica in nulla il
famigerato art. 8 di sacconiana memoria. Mentre l’articolo 8 consente di modificare in sede locale e
ovviamente in peggio i Contratti Nazionali anche nella parte dei diritti, il suddetto patto prevede che
parti degli incrementi contrattuali stabiliti dal contratto nazionale possano essere spostati a livello
aziendale per favorire accordi di produttività che verrebbero in parte detassati.
Sono i contratti nazionali che devono attuare l’intesa separata con Confindustria, come è avvenuto
nel recente rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Quindi Federambiente, potrebbe aprire un
tavolo negoziale con il sindacato per recepire l’intesa con Confindustria. Caso esemplare è il
ridicolo accordo sul premio produzione legato alle cosiddette “malattie brevi”. Ignobile è per altro
l’accordo del 28 giugno 2011, questo sottoscritto anche da CGIL, dove la possibilità di deroga a
qualsiasi legge e contratto, rimane tecnicamente intatta. Tra i sindacati firmatari accedono al tavolo
quelli che rappresentano più del 5% tra iscritti e voti per la elezione delle Rappresentanze Sindacali
Unitarie. Quindi riteniamo sia importante per noi operai porre la massima attenzione al fatto che
chi avrà la maggioranza delle Rsu (anche eventuali sindacati di comodo, gialli o para-mafiosi) potrà
firmare accordi che derogano qualsiasi contratto e legge.
A tal proposito, ridicola si presenta la piattaforma per il rinnovo contrattuale
presentata da CGIL, Cisl, Uil e Fiadel (http://www.uiltrasporti.it/allegati/
5295_PIATTAFORMA%202014%202016%20-%20Definitiva.pdf) vaga e inconsistente dove si
lascia carta bianca al padronato e si abbandonano gli operai.
Nella nostra azienda abbiamo imparato più volte che il livello di guardia deve rimanere sempre
alto. Riteniamo infatti grave e vergognoso il trattamento riservato agli operai per quanto concerne
trasferimenti e aumento del personale autisti durante il periodo estivo. I suddetti trasferimenti, da
tempo previsti in ordine di potenziamento della raccolta differenziata, sono stati comunicati a molti
operai attraverso un ordine di servizio solo due giorni prima che gli stessi dovessero raggiungere
la zona di destinazione. Questo non ha consentito nemmeno alla zona di appartenenza la giusta
organizzazione per far fronte al disagio improvviso venutosi a creare durante il periodo di ferie
estive. A tal proposito ci ha lasciato sconcertati il comportamento dei sindacati che non hanno fatto
altro che stare alla finestra fino a quando gli operai coinvolti non hanno levato la voce e hanno
preteso l’incontro azienda-parti sociali.
La logica aziendale con la quale è stata effettuata la scelta rimane comunque la cosa più difficile
da capire. Si è proceduti con lo spostamento di 900/1000 unità per far fronte alla nuova offerta di
differenziata”spinta”. Questo però senza pensare al disagio che si andrà a provocare sulle zone che
rimarranno scoperte in alcuni casi anche di 50 operai; siamo convinti del fatto che ancora una volta
la dirigenza ama mostri la sua pochezza nella gestione della cosa pubblica in maniera sconcertante.
Basta politicanti e dirigenti alla ribalta che si fanno grandi con parole come “porta a porta” e con
percentuali di RD lontane anni luce dai valori reali!
La differenziata, e soprattutto il porta a porta, ha un costo iniziale considerevole e necessita
dell’assunzione di nuovo personale; è assurdo scoprire dei municipi per rafforzarne altri! Affinchè
poi questo tipo di raccolta porti a dei risultati positivi, è necessario che sia accompagnata dalla
previsione di un ruolo da protagonisti nell’intero ciclo integrato dei rifiuti. La mancanza di questa
ultima condizione fa si che anche il porta a porta sia solo l’ennesimo spot aziendale che spinge
sempre più rapidamente l’azienda nel baratro.
Per quanto riguarda il capitolo autisti CSL invece, riteniamo scorretto e illeggittimo l’utilizzo in
tale mansione di operai qualificati con un inquadramento di 3 livello anziché del 4 in un ruolo di
responsabilità sia per l’opinione pubblica che a livello socio/sanitario nei confronti dell’utenza.
Vista l’incompetenza espressa dai quadri dirigenziali durante questi anni, abbiamo deciso di
promuovere la formazione di un Consiglio Aziendale in grado di elaborare delle proposte serie
e coinvolgere operai e cittadini nella gestione della nostra disastrata azienda. Questo unito a un
diverso e sicuramente più proficuo metodo di gestione della stessa. Di seguito alcune proposte che
sottoponiamo all’attenzione di tutti i lavoratori.
Organizzazione aziendale e di lavoro: le nostre rivendicazioni
1. Mantenimento in mani pubbliche della totalità dell’azienda in rispetto del risultato del
Referendum Popolare del giugno 2011; conversione di ama da azienda municipalizzata
a capitale pubblico ad Azienda Speciale comunale sotto il controllo dei lavoratori e dei
cittadini.
2. Istituzione di un Consiglio Aziendale (C.A.) composto dai rappresentanti dei lavoratori
secondo la seguente composizione: 3 rappresentanti degli operai di zona, 2 rappresentanti
degli autisti, 2 rappresentanti del personale impegnato negli impianti TMB e di
compostaggio, 1 rappresentante del personale amministrativo. I componenti del C.A.
dovranno essere eletti dai lavoratori del comparto che rappresenteranno attraverso elezioni
che si svolgeranno ogni 4 anni, e saranno in qualsiasi momento rimovibili e sostituibili.
3. Immediata variazione del c.d.a. aziendale: questo dovrà essere composta da 2 rappresentanti
del Comune e dal Consiglio Aziendale.
4. Obbligatorietà di consultazione dei lavoratori per ogni rinnovo/variazione contrattuale
attraverso referendum vincolante.
5. Istituzione dei Consigli di Zona (C.Z.) e immediata eliminazione di tutte le figure di
dirigenza intermediaria quali ad esempio Capo Distretto e Capo Zona. Il C.Z. dovrà essere
liberamente eletto (e i componenti restano in qualsiasi momento sfiduciabili e rimpiazzabili)
da tutti gli operai nella misura di un delegato ogni 15 lavoratori nel caso di operai e autisti
e di un delegato ogni 5 lavoratori nel caso del personale amministrativo e dei tecnici degli
impianti TMB. La figura del capo squadra/capo operaio autorimessa/capo reparto dovrà
anch’essa inevitabilmente mutare: anche questa sarà liberamente eletta tra i lavoratori
di categoria e avrà una durata di 4 anni, al termine dei quali se non rieletto tornerà alla
mansione originaria. C.Z., capisquadra e capi officina, ora espressione degli operai tutti,
saranno i responsabili dell’organizzazione della zona/officina e saranno i referenti per il
Consiglio Municipale. Il Consiglio è il più idoneo organo di educazione reciproca e di
sviluppo del nuovo spirito sociale che gli operai possano esprimere dall'esperienza
della comunità di lavoro. La solidarietà operaia nel Consiglio è positiva, è permanente,
è incarnata anche nel più trascurabile dei momenti della produzione ed è contenuta
nella coscienza di essere un sistema omogeneo e compatto che lavorando utilmente, che
producendo disinteressatamente la ricchezza sociale, afferma la sua sovranità, attua il suo
potere e la sua libertà. Il C.Z. siffatto avrà poteri decisionali anche su controversie e sulla
gestione di eventuali comportamenti scorretti nei confronti del lavoro e dei colleghi. La
figura del capo/controllore/supervisore liberamente eletto permetterà inoltre di superare
definitivamente i tanti casi di mobbing mai denunciati per paura di ripercussioni sul lavoro.
6. A livello municipale la gestione del servizio dovrà essere garantito da una forte
partecipazione popolare promossa con assemblee di quartiere e municipio.
7. Immediato inquadramento unico al terzo livello per tutti gli operai comuni di zona.
Incremento salariale per rinnovo contrattuale pari a 300€ per recuperare il potere d’acquisto
perso durante la crisi. Riduzione dell’orario di lavoro a 30 ore settimanali per operai e autisti
e a 35ore settimanali per personale amministrativo e tecnici degli impianti a parità di salario
e abolizione del turno domenicale ordinario.
8. Abolizione di tutti gli incrementi di salario e immediata restituzione dei premi produzione
elargiti ai dirigenti e ai quadri aziendali durante la disastrosa gestione Panzironi. Istituzione
di un tetto massimo agli stipendi dei dirigenti e quadri aziendali ad un massimo di 4000€.
9. Esenzione dal turno di notte per le donne con figli fino al raggiungimento del bambino
dell’età della scuola dell’obbligo. Diritto ad orario part-time per le donne con figli affinché
consenta loro di equilibrare la vita lavorativa e quella famigliare e/o istituzione di asili nido
municipali a cui poter affidare i figli durante l’orario di lavoro.
10. Immediata rescissione dei contratti di manutenzione per mezzi RAVO/SICAS e formazione
dei meccanici aziendali per la riparazione dei suddetti mezzi.
Impianti e discariche
Rivendichiamo l’immediata rescissione dei contratti sottoscritti con l’avvocato Cerroni e
l’immediato cambio di rotta della politica aziendale. La quasi totale dipendenza da strutture private
ha reso praticamente impossibile rientrare del debito contratto. Per far ciò sarà indispensabile
appropriarsi attraverso una serie di investimenti obbligati, della parte finale del ciclo integrato
dei rifiuti con la creazioni di impianti dediti al compostaggio e soprattutto al riciclo dei materiali
provenienti dalla raccolta differenziata in maniera tale da poter avere un prodotto vendibile di
valore nettamente maggiore rispetto a quello che si riesce a fare oggi. Questo dovrà essere associato
ad una raccolta di migliore qualità mirata all’ottenimento del monomateriale. Per far ciò sarà
indispensabile istruire i cittadini affinché comprendano l’importanza di tale processo, iniziando
però con una serie di misure che coinvolga la cittadinanza e che consentano di ottenere dei
guadagni fiscali. Per far ciò è fondamentale l’istituzione, ove possibile, di un centro di raccolta/isola
ecologica ogni 10000 abitanti dove il cittadino ha la possibilità di scegliere di portare il materiale.
Una volta pesato il materiale poi potrà fornire al cittadino dei punti su carta magnetica che potranno
venire utilizzati per ottenere uno sconto sulla tariffa rifiuti.
In caso non fosse possibile la creazione di un centro di raccolta di questo tipo, dovrà essere istituito
in ogni sede municipale, nei più grandi istituti pubblici locali e nei più grandi centri commerciali,
un sistema meccanico in grado di raccogliere i contenitori per bevande in contenitori interrati
suddividendoli per tipologia di materiale e colore. Un obiettivo strategico del quale l’azienda deve
farsi promotrice è la riduzione a monte dei rifiuti attraverso la diminuzione di rifuti da imballaggio e
la promozione di punti distribuzione alla spina (alimenti, detersivi, etc).
Negli anni purtroppo si sono susseguite una serie di amministrazioni comunali accompagnate
dai propri uomini di fiducia messi a capo dell’ama, che hanno danneggiato l’azienda e la salute
dei cittadini laziali. Si è infatti cercato di colmare il ritardo impressionante rispetto ad alte grandi
metropoli sul fronte della differenziata, con impianti TMB per poter produrre frazione organica
stabilizzata e combustibile da rifiuti (CDR). Andando contro ogni logica salutare e ambientale si è
scelto di puntare quindi sull’utilizzo di inceneritori anziché sul recupero del materiale, ma è qua che
si arriva al paradosso e dove la dirigenza mostra ancora tutta la sua inadeguatezza: di impianti TMB
ce ne sono 4 nel Lazio, 2 di ama e 2 di Colari. Tutti insieme non riescono per limiti strumentali,
organizzativi e gestionali a trattare la totalità dei rifiuti provenienti dalla città costringendoci nel
2013 a dover mandare in discarica quasi 1000 tonnellate al giorno di tal quale. Questo purtroppo
è solo un esempio delle amenità che si sono susseguite in ama e per cui nessuno si è sentito
responsabile.
Troppe cose sono state date al caso e non c’è mai stato un segnale politico forte; le nostre proposte
in questa direzione sono;
1. Sgravi fiscali per i supermercati che istituiscono dispenser alla spina all’interno delle proprie
strutture;
2. Limitazione di imballaggi alla produzione dei prodotti immessi in commercio;
3. Obbligatorietà per le case produttrici al ritiro di elettrodomestici, mobili, etc. non più
utilizzabili.
Raccolta rifiuti compostabili e impianti di compostaggio
1. Potenziamento dell’impianto di Maccarese e/o creazione di nuovi impianti di compostaggio
di medie dimensioni dislocati in tutte le aree industriali e rurali attorno al territorio comunale e
lontano dalle abitazioni, in grado da permettere il raggiungimento degli standard europei per il
recupero della frazione organica;
2. Promozione e consegna di mini-impianti di compostaggio domestico su tutto il territorio
cittadino a fronte di sgravi fiscali sulla tariffa rifiuti, per le abitazioni con giardino;
Ristorazione
1. Istituzione di una raccolta dei rifiuti compostabili dedicata ai ristoranti con l’utilizzo delle
specifiche buste fornite da ama e obbligatorietà di impianti di compostaggio domestico
all’interno di agriturismi
2. Utilizzo obbligatorio di gasatore/purificatore all’interno delle strutture alberghiere e di
ristorazione per la distribuzione di acqua da rubinetto
3. Utilizzo obbligatorio di distributori alla spina o con prodotti di vuoto a rendere per le bibite
quali birra, vino, ecc.
4. Promozione da parte della gestione comunale a comportamenti virtuosi per l’ambiente quali:
4.1. Acquisto di prodotti con imballaggi di vetro o carta, anziché di plastica, per latte, yogurt,
passate, succhi di frutta e altri prodotti necessari per l’attività ristorativa;
4.2. Utilizzo di sapone liquido per le mani nei bagni con distributore ricaricabile;
4.3.Uso di prodotti con vuoti a rendere o alla spina per la pulizia e l’igienizzazione
dell’esercizio, come detersivi, disinfettanti e detergenti;
4.4. Scegliere prodotti a Km0;
4.5. Sgravi fiscali per chi effettua pubblicità on-line e non attraverso materiali cartacei
Proponiamo a tutti i lavoratori e le lavoratrici ama di discutere insieme e
pubblicamente queste proposte. L’ama è un Bene Comune, appartiene ai
cittadini e a chi ogni giorno lavora per un servizio di qualità. Riappropriamoci
dei nostri diritti di lavoratori e cittadini, BASTA accettare la logica clientelare e
del profitto sulle spalle della collettività.
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